I dimostranti serbi a Zvecan hanno tirato chiodi e molotov alle truppe della Kfor mandando molti soldati in ospedale.
Trentaquattro militari della Kfor sono stati feriti in Kosovo: 14 di loro sono italiani. Questo il bilancio dell’attacco di alcuni manifestanti serbi a Zvecan contro l’esercito della Nato. I feriti sono stati colpiti da bombe fatte con chiodi e bulloni, oltre che da alcune molotov. Nessuno dovrebbe essere in pericolo di vita ma alcuni sono gravi.
Le tensioni fra Serbi ed Albanesi in Kosovo vanno avanti dal 1999 e hanno coinvolto anche i soldati italiani presenti sul campo. I motivi della rivolta sono semplici: i nazionalisti di Belgrado non vogliono a Zvecan un sindaco politicamente vicino a Tirana. La risposta della Nato è arrivata con lacrimogeni e bombe assordanti.
Gli italiani feriti
I quattordici italiani feriti in Kosovo appartengono al nono Reggimento alpini L’Aqulia. Per fortuna nessuno di loro è in pericolo di vita ma tre soldati hanno riportato ustioni e fratture a causa dell’impatto delle molotov dei manifestanti. Angelo Michele Ristuccia, generale italiano e comandante della missione Kfor, ha assicurato di star seguendo in prima persona la vicenda e che la Nato rimarrà “imparziale”. Giorgia Meloni, invece, ha condannato quanto accaduto definendolo come “inaccettabile e irresponsabile“.
L’intervento più duro, però, è arrivato da Antonio Tajani, ministro degli Esteri, che ha telefonato al presidente serbo Aleksandr Vucic e a Albin Kurti, primo ministro del Kosovo. “Ogni violenza e ogni provocazione – ha detto il politico italiano – deve cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell’Unione europea. La violenza è inaccettabile. L’Italia vuole contribuire a raggiungere in tempi molto brevi una soluzione sostenibile nel Nord del Kosovo“.